sabato 15 novembre 2014

Solanin


Meiko Inoue e Naruo Taneda hanno quasi 25 anni.
Stanno insieme da sei e vivono sotto lo stesso tetto da poco più di uno. Tokyo li ha accolti  con disinvoltura fra le sue spire, colme di promesse e lusinghe. Vi si sono rifugiati entrambi, lui provenendo da Hakata, a sud, lei da Akita, a nord. 
Si sono innamorati sulle note di una chitarra con cui lui ha sognato di cambiare il mondo. O per lo meno la sua vita. Senza grossi risultati, peraltro.
Prima ancora del loro bilocale di Tokyo, Meiko e Naruo condividono la stanchezza di trascinare le loro vite in una direzione che sono i primi a non conoscere, ristagnando nel limbo post lauream, incapaci di scegliere verso cosa tendere. Provano la stessa insoddisfazione per le rispettive quotidianità e la medesima angoscia di un'esistenza piatta, insulsa e sprecata al vento. Senza acuti.
Solanin è l'incertezza del proprio domani.

E' l'apatia di trascinarsi in giorni tutti uguali e dannatamente insignificanti. E' l'incapacità di trovare la propria strada e maledirsi per non riuscire ad invertire la rotta. E' prendere coscienza del tempo che passa, rimandare le scelte ad un domani perfetto che si è lucidamente consapevoli non potrà mai arrivare da solo. 
E' restare in bilico fra fumosi sogni di grandezza ed un solido presente intriso di noiosa ordinarietà.
Solanin è avere 25 anni, a Tokyo, così come potrebbe essere a Modena o a New York, quando tuffarsi nella vita elettrizza e terrorizza al tempo stesso.
Solanin è, prima di tutto, il titolo del brano in cui Taneda riversa il suo messaggio di sconforto e speranza al mondo. Un brano che diventerà manifesto, travalicando Naruo stesso e stringendo in maniera indissolubile il nodo della sua esistenza con quella di Meiko e del resto della band. 
Solanin è un manga in due volumi di Inio Asano, giovane autore giapponese classe 1980 dal tratto particolare ed accattivante. La storia, narrata in prima persona da Meiko, una dei due protagonisti, svela i particolari poco a poco, dipanandosi in maniera circolare. Presente e passato si incastrano sapientemente, mescolando "l'oggi" allo "ieri" che ne ha determinato i contorni. I flashback colmano progressivamente i vuoti informativi, fornendo al lettore chiavi di lettura e caratterizzazioni profonde di tutti i personaggi principali dell'opera, da Meiko a Naruo, passando per Ai, Billy e Kato. In maniera piacevole ed originale.


Ho trovato lo stile di Asano affascinante. Espressivo e decisamente efficace nel trasmettere i sentimenti dei protagonisti con i dettagli dei volti. Molto d'effetto nell'alternanza del chiaro-scuro e nelle scelte di scene dettagliate ad intervallare riquadri vasti e vuoti. Bianchi e neri. Fondali deliziosi, ricchi di particolari e dettagli. La tematica trattata, quell'insoddisfazione latente che attanaglia i protagonisti dall'inizio alla fine del manga, tende a volte a scadere nella retorica, ma, tutto sommato, centra l'obiettivo di trasmettere sensazioni vivide. Specie nel secondo volume, quando, facendo lo sforzo di sorvolare su qualche scenario decisamente poco verosimile, è facile lasciarsi trasportare dalle inebrianti sensazioni di un concerto cui sembra davvero di assistere dal parterre, tanto il tratto di Asano risulta coinvolgente.


Particolarmente riuscita, a mio modo di vedere, la caratterizzazione dei personaggi, che risultano piacevoli e ben dettagliati, nella loro profondità. Ho apprezzato in particolare la figura di Billy, in assoluto il più spassoso dell'opera, mentre ho trovato un po' stucchevole quella di un Taneda, un tantino troppo Frodiano, nella sua indecisione e facilità di lacrima. Decisamente più convincente Meiko, che risulta prima simpatica, nella sua perenne lotta esistenziale con la vita, per poi subire una decisa crescita in termini di maturazione.
Personalmente, a livello globale, speravo in qualcosa di un po' più profondo. L'impressione, alla fine del secondo volume, è di incompiutezza latente. Un'ottimo potenziale, rimasto in fase embrionale, ma questa è un'opinione puramente personale. Stilisticamente, invece, reputo che, una volta scelta una vena tanto seriosa e a tratti tragica, sarebbe stato più appropriato se Asano avesse evitato di intervallare i momenti riflessivi, le introspezioni ed i dilemmi esistenziali con le numerose scenette demenziali che di fatto riempiono i due volumi. Credo l'intento fosse quello di alleggerire l'atmosfera e conferire all'opera una sfumatura più comica, ma, a mio parere, gli eccessi di Billy e Kato, in particolar modo, stridono con il tema portante di Solanin. Ne spezzano talvolta l'intensità, anche quando non se ne sentirebbe il bisogno. Lo delegittimano, in qualche modo.
L'edizione della Planet è buona. Carta spessa ed assenza di inchiostro sui polpastrelli. La sovracopetina è ben fatta ed anche la traduzione mi è piaciuta.
Solanin scorre via veloce. 
Il mio giudizio è sostanzialmente positivo, anche se non posso nascondere che, dopo aver letto tante recensioni e sentito molto parlare di quest'opera, sperassi in qualcosa di più elettrizzante.

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