L’acqua bollente scroscia con dolcezza all’interno della
tazza ed investe la polvere di tè verde, il ⌈抹茶⌋/ matcha.
Nel silenzio della sala, nella ritualità di gesti
lenti ed armoniosi, si nasconde il sottile fascino del ⌈茶の湯⌋/Cha no Yu, quella che noi chiamiamo
Cerimonia del Tè.
Mi colpisce sempre, per la sua
essenzialità ed il potere evocativo che riesce a sprigionare. Per il suo
magnetismo.
6 anni fa vi abbiamo assistito
per la prima volta, eravamo a Takayama.
Adesso, decisamente più
vicini, a Treviso.
Una toccata e fuga in piena
regola, per l’inaugurazione della “nuova” Ikiya.
Occasione perfetta, in fondo,
per festeggiare la nostra ricorrenza speciale, quella che ci ha portato in
Giappone, da novelli sposi, esattamente 6 anni fa.
Il locale è accogliente e curato, con i suoi lampadari a tema che pendono dalle travi di legno, i kimono in bella vista e scaffali pieni di oggettistica giapponese.
Poi c’è il bancone,
con la spillatrice della Kirin alla spina, nella sua nera lucentezza, a
catturare lo sguardo prima dei gradini che separano dalla zona nasosta, quella
nuova. Che ha il sapore dei cantieri aperti. Fra tavolini, vernice fresca,
librerie, tatami, tè verde e scaffali di ramen, noodles e sake. Il sapore
buono, che sa di progetto ambizioso, tutto ancora da costruire.
Qui ho apprezzato la
discrezione ed il sorriso con cui la maestra Machida
Yoko , Senyo in arte, ha spiegato come sia buona norma, per
chi viene servito durante la Cerimonia del Tè, roteare la tazza sul palmo della mano prima
di bere il primo sorso. Come questo semplice gesto racchiuda in sè una forma di
gentilezza, di rispetto per la tazza, evitando, con quella leggera
rotazione, di accostare le labbra sul viso della tazza stessa.
Ed ho anche dato un volto ad Elisabetta, la padrona di casa, stringendole
la mano dopo diversi anni di conoscenza virtuale e dopo i due ⌈お守り⌋/Omamori, i tradizionali amuleti portafortuna che hanno
suggellato l’inizio di entrambe le nostre gravidanze. E’ stato bello ritrovare dal
vivo la stessa gentilezza e dedizione che dimostra online. Il kimono che
indossava per l’occasione poi, ha certamente aiutato.
Ikiya, il suo angolo di Giappone, è una
testimonianza forte di una bella passione inseguita con coraggio, alimentata
nel tempo e trasformata in scelta di vita. Fa sempre piacere toccare con mano
le esperienze positive ed i successi di ragazzi giovani che si mettono in
gioco.
Ne siamo usciti con un’elegante bottiglia di sake al seguito, per un brindisi in camper al lume di candela e ne abbiamo approfittato per fare una superficiale cononoscenza con Treviso. Le strade strette del centro storico, le mura medievali ed i canali con i palazzi che vi si specchiano dentro: una bella città. Da approfondire.
Chissà, magari in occasione della prossima maratona, ho raccolto pareri entusiasti da amici che l'hanno corsa in questi anni.
Fruibilissima anche in camper, peraltro. L’area di sosta nei pressi dello stadio Tenni è vicinissima alle mura, gratuita, ben illuminata, provvista di scarico e, dettaglio decisivo, si affaccia su un parco giochi strepitoso. I posti non sono molti, una quindicina in tutto, ma il parcheggio vicino, ne abbiamo avuto riprova, diventa di fatto un’estensione dell’area camper.
Siamo stati molto bene.
Che bello! Spero anch'io prima o poi di riuscire ad assistere ad una vera Cerimonia del tè.
RispondiEliminaGrazie! Sì, anche secondo me la Cerimonia del Tè ha un fascino incredibile. Ti auguro di potervi assistere al più presto, è un'esperienza veramente suggestiva.
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