lunedì 7 luglio 2014

Tanabata, la Festa delle Stelle

Il rametto di bambù, verde e perfettamente attorcigliato, me lo sono procurato stamattina.


Le striscioline di cartone colorato le avevamo invece già preparate, con un foro sull'estremità superiore, all'interno del quale abbiamo inserito un sottile filo di spago. Saranno i nostri personalissimi tanzaku.

Questa sera, con gli yukata in dosso ed una tazzina di sakè caldo in mano, fisseremo il cielo, a sincerarci che Vega ed Altair si siano effettivamente ricongiunte. 
Ed anche noi celebreremo il nostro Tanabata.

Tanabata (七夕) è una notte speciale.

Ricorre la settima sera del settimo mese dell'anno e porta con sé tutto il suo carico di tradizione giapponese, di magia e tanto romanticismo.

La sua origine pare affondare le proprie radici nel folklore cinese. Giunge alla corte imperiale nipponica durante il periodo Heian, ma inizia ad assumere un ruolo di primo piano, fra le festività nazionali, soprattutto durante il periodo Edo.


Hiroshige, The city flourishing, Tanabata festival, 1857
Durante questa festività, si celebra l'unione fra Orihime ed Hikoboshi, divinità innamorate che la leggenda vuole vengano separate, durante tutto l'anno, dalla Via Lattea, in cielo. Solo in occasione di questa notte speciale, la settima del settimo mese secondo il calendario lunare, i due innamorati, rappresentati dalle stelle Altair e Vega possono incontrarsi, rinnovando, anno dopo anno, il proprio eterno amore.

Secondo il mito infatti, Orihime, figlia del sovrano di tutte le divinità, Tentei, trascorreva le proprie giornate a tessere vesti e filare la stoffa per le altre divinità, seduta sulle sponde del fiume celeste, la Via Lattea.
Suo padre Tentei, desiderando la felicità della figlia, costantemente assorbita dal proprio lavoro, decise di trovarle un marito. Lo individuò infine nel giovane pastore Hikoboshi, un mandriano che pascolava i buoi lungo le sponde del fiume Celeste.

Fra i due giovani ragazzi, la scintilla scoccò nel momento stesso in cui si conobbero e l'amore che nacque impetuosamente fra i due fu così travolgente da far loro dimenticare qualsiasi altra loro attività. Trascorrevano le giornate dedicandosi l'uno all'altra, incuranti dei propri impegni e delle loro incombenze. Le divinità celesti rimasero ben presto senza vesti, dato che Orihime non tesseva più la stoffa al fuso e la mandria di Hikoboshi vagava senza meta per le sponde della Via Lattea.
Irritato dagli sviluppi imprevisti della situazione, Tentei decise di porvi rimedio immediato, separando i due innamorati. Li obbligò quindi a proseguire la propria esistenza sulle sponde opposte del fiume celeste, lasciando alla Via Lattea il compito di dividere le loro strade.
Disperati, i due amanti supplicarono e pregarono Tentei di tornare sui propri passi, fino a ché il sovrano, impietosito dal pianto della figlia, acconsentì infine a che i due si potessero riunire, una volta sola ogni 365 giorni, a patto che entrambi fossero tornati alle rispettive occupazioni.
E così, ogni anno, il 7 di luglio, Orihime può riabbracciare il suo amato Hikoboshi, colmando la distanza in cielo della Via Lattea.


Tanabata, che ha assunto in occidente anche l'epiteto di "Festival delle Stelle" o "Festa delle Stelle Innamorate", rappresenta una delle cinque festività giapponesi più importanti a livello nazionale nipponico.


La tradizione impone che, in occasione dei festeggiamenti, si trascrivano i propri desideri sui tanzaku, foglietti di carta colorati (o tasselli di legno), che verranno appesi ai rametti di bambù. Ai tanzaku, i giapponesi affidano i propri desideri (spesso di natura sentimentale, ma non solo) e le proprie preghiere, indirizzate alle due divinità protagoniste della leggenda. Al calar della sera, indossando yukata e kimono tradizionali, si passeggia per strada al chiarore delle lampade di carta, che illuminano le foglie verdi di bambù, vero simbolo del Tanabata, ornate con i tanzaku.

Il cielo estivo diventa quindi teatro perfetto per scrutare le stelle, alla ricerca delle costellazioni della Lira e dell'Aquila. Vega infatti, stella con cui si identifica Orihime, che per noi occidentati giace nella costellazione della Lira, per gli orientali cade sotto il nome della Tessitrice. Allo stesso modo con cui Altair, stella guida di Hikoboshi, per noi appartiene alla costellazione dell'Aquila, mentre in Oriente risponde al disegno del Mandriano.
  

L'origine del nome è affascinante, almeno tanto quanto la leggenda stessa. Per un dettagliato resoconto storico ed etimologico del termine, vi rimando al bell'articolo di Sakura, che potete leggere qui.

Haruhi stessa, la cui celebre Malinconia ha dato vita ad un fenomeno mediatico mondiale, nella sua Rapsodia della Foglia di Bambù, ragionava sul tempo che avrebbero impiegato i propri desideri a raggiungere Altair e Vega, quantificandolo infine in 16 e 25 anni. Tre anni prima, intrufolandosi di nascosto nel cortile della propria scuola, aveva tracciato con il gesso bianco strani simboli sul campo sportivo, nel tentativo di recapitare il proprio personale messaggio ad Orihime ed Hikoboshi.

Il mondo degli anime è ricco di riferimenti al Tanabata. Quello di Suzumiya Haruhi è solo l'esempio più immediato che ricordo.
Così come mi risuonano in mente le note di Kimi no Shiranai Monogatari, dei Supercell.

Tanabata mi affascina nel profondo, come tanti altri matsuri che urlano forte la propria appartenenza alla tradizione di un popolo. Ne mettono a nudo un aspetto sognante e delicato, ma allo stesso tempo anche festoso e colorato. 
Come ogni tradizione, rivela molto dell'anima di una nazione.

Penso ad Elena, di Nihon, che da poco ha fatto ritorno a casa. Vivere Tanabata nel cuore di Kyoto, spero possa essere per lei il migliore degli inizi. Le auguro un Tanabata intenso come io, da qui, mi immagino possa esserlo.

Kyoto Tanabata Festival
Kyoto, la rappresentazione della via Lattea
Tanabata Festival, Sendai
Come ogni anno, i miei desiderata e quelli del resto della famiglia, addobbano splendidamente il nostro bambù.
Mi fa sorridere, vederli ondeggiare sul davanzale, isolati, come lo erano stati i koinobori qualche mese fa. 
Probabilmente il loro viaggio verso le stelle sarà lungo esattamente come quello dei loro amici giapponesi, ma, di certo, qualunque sia il mezzo su cui viaggeranno, partendo dall'Italia, il loro transfer non potrà che essere meno affollato.

Forse non arriveranno prima, ma almeno arriveranno riposati!

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